“Quando imboccammo per la prima volta il lungo viale di cipressi,
che dalla strada provinciale porta all’Abbazia di Spineto,
più che scoprire quel luogo per noi fu un riconoscerlo.
Il muro in pietra con il capitello, l’odore misto dei cipressi e del bosso, le vecchie scuderie,
i casali abbandonati in riva al lago, persino le tre absidi della chiesa romanica,
ci erano familiari come luoghi già amati tanto tempo prima…”
Un tempo, era un luogo impervio, quasi completamente coperto di rovi e “spinaie”, come si dice da queste parti, all’estremo sud del territorio toscano.
La peculiarità del luogo, preminentemente boschivo, appare nell’antichissimo toponimo di Spineto, o Spineta, o degli Spineti, derivante dalla pianta Spinum.
La località è ancora oggi chiamata Spineto. Qui sorse nel 1085 l’Abbazia Vallombrosana della SS.Trinità di Spineto,
che rappresenta un significativo esempio del monachesimo italiano e in particolare toscano.
La struttura si presentava allora come un tipico feudo,
attorno al quale ruotavano attività di agricoltura, artigianato
e attività spirituali.
Con la caduta di Siena anche questo territorio passò sotto
il dominio della potente famiglia dei Medici e, dopo aver vissuto il suo periodo di massimo splendore tra il XII e il XIV secolo, venne definitivamente abbandonato dall’ordine religioso
e dal 1830 l’Abbazia cominciò a passare nelle mani di privati.
La famiglia Tagliapietra acquistò l’Abbazia nel 1989 ed iniziò
fin da subito un periodo di restauro che ha permesso il totale recupero del territorio e che è durato 3 anni per l’Abbazia
e altri 11 per il recupero degli antichi poderi all’interno
della Tenuta.
Le antiche mura sono state restaurate, gli spazi sono stati ripensati per rispondere alle moderne esigenze, ma ogni singolo lavoro di restauro è stato concepito e realizzato con la volontà di mantenere inalterata l’antica anima del luogo,
in totale sinergia con la storia e la natura.